Di seguito un aggiornamento sul percorso e sulla documentazione prodotta dal CNEL in merito al tema SALARIO MINIMO LEGALE, oggetto di valutazione parlamentare richiesta con la proposta di legge Atto Camera n. 1275 (testo unico opposizioni primo firmatario Conte).
Come noto, la Presidente del Consiglio Meloni ha incaricato il CNEL di fornire un parere istruttorio tecnico sul tema del salario minimo e del lavoro povero.
Il parere è stato puntualmente fornito entro i termini previsti, e contiene una approfondita disamina sia dei dati a disposizione, sia una serie di osservazioni e proposte messe a disposizione di Governo e Parlamento nella eventuale elaborazione di legislazione ad hoc.
Vale la pena evidenziare che il documento è stato approvato a maggioranza nell’Assemblea del CNEL, dovendosi registrare il voto contrario di CGIL e UIL, nonché l’assenza di Legacoop che non ha ritenuto di partecipare al voto spiegando le sue ragioni in una lettera indirizzata al Presidente del CNEL Brunetta.
Omettiamo in questa sede ulteriori dettagli consapevoli del fatto che, il tema nel suo complesso, è stato ampiamente trattato nelle riunioni degli Organi confederali nonché nella riunione con le Federazioni nazionali e quella con i Direttori Regionali.
Il documento del CNEL che alleghiamo alla presente, sia in versione integrale sia in sintesi, contiene alcune indicazioni così riassumibili:
- L’Italia ha un tasso di contrattazione collettiva vicino al 100 per cento. La quasi totalità dei lavoratori dipendenti è coperta da contratti collettivi sottoscritti da CGIL-CISL-UIL. Le tariffe minime complessive dei contratti collettivi sottoscritti da CGIL-CISL-UIL superano i parametri della direttiva europea (ad oggi calcolate da ISTAT tra i 6.85 e i 7.10 euro) e anche le soglie retributive orarie previste nelle proposte di legge in discussione in parlamento.
- Suggerisce l’adozione di un piano di azione nazionale a sostegno della contrattazione collettiva per superare aree e situazioni di criticità. Fondamentale resta in ogni caso porre attenzione al concetto di salario giusto (più che minimo) e cioè una retribuzione non solo “proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro”, ma “in ogni caso sufficiente ad assicurare al lavoratore e alla sua famiglia una esistenza libera e dignitosa” (art. 36 Cost).
- La crescita dei salari dipende dalle dinamiche della produttività. Va valutata l’idea di individuare nel CNEL la possibile sede del National Productivity Board per l’Italia, la cui istituzione è raccomandata per i paesi dell’area euro dal Consiglio dell’Unione Europea e di cui l’Italia è ancora sprovvista, così da valorizzare pienamente il contributo dei corpi intermedi nel controllo delle dinamiche retributive legandole alle dinamiche della produttività.
- Il lavoro povero riguarda in modo più accentuato lavoratori temporanei, parasubordinati, lavoratori fittiziamente autonomi, lavoratori occasionali, stagisti, lavoratori con mansioni discontinue o di semplice attesa o custodia e lavoratori a tempo parziale involontario. È per questi lavoratori che si può immaginare di introdurre una tariffa tramite contrattazione, eventualmente sostenuta da una adeguata normativa di sostegno, parametrata sugli indicatori della direttiva europea o comunque interventi legislativi ad hoc funzionali a incrementare il numero di ore lavorate nell’arco dell’anno.
- Residuano alcune aree di criticità in taluni settori economici, in alcuni casi con declinazioni marcate a livello territoriale. Per questi casi la strada è quella di misure ad hoc di contrasto al lavoro povero, di sostegno al reddito dei lavoratori e delle famiglie, di contrasto al sommerso, di gestione delle gare pubbliche al massimo ribasso.
- Azione di rafforzamento delle attività ispettive e di vigilanza secondo quanto già previso nell’ambito del Piano nazionale di emersione del lavoro sommerso 2022/2025 previsto dal PNRR.
- Si raccomanda in ogni caso un ulteriore potenziamento dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro in risorse umane e finanziarie e in nuove professionalità.
- Si raccomanda altresì una ricognizione sistematica e aggiornata del quadro delle risorse già disponibili a valere sulle linee di finanziamento nazionali e quelle allocate nei diversi programmi nazionali e regionali finanziati dai fondi europei includendovi anche i programmi già gestiti dalle amministrazioni centrali con riferimento alle politiche familiari e in regime di complementarità con le misure previste dal PNRR nelle missioni tematiche di riferimento.
- Per arginare il fenomeno dei c.d. contratti “pirata” e della proliferazione del numero dei CCNL, si suggerisce un intervento legislativo a sostegno della contrattazione collettiva di qualità incentrato sulla individuazione dei contratti collettivi maggiormente diffusi per ogni settore di riferimento, condizionando la registrazione nell’archivio nazionale dei contratti e l’assegnazione del codice alfanumerico unico dei CCNL al rispetto dello standard di trattamento economico e normativo di detti contratti. Questo anche in relazione al riconoscimento dei benefici economici e normativi stabiliti dalla legislazione e ai fini della gestione dell’archivio nazionale dei contratti.
- Per agevolare l’intervento dei servizi ispettivi e della magistratura a tutela dei lavoratori si suggerisce un intervento normativo volto a chiarire che, nella determinazione del trattamento retributivo di cui all’articolo 36 della Costituzione, il giudice debba fare riferimento non solo al minimo tabellare ma al trattamento economico complessivo ordinario e normale (più elevato) spettante al lavoratore in applicazione dei contratti collettivi di maggiore diffusione.
- Secondo la direttiva europea i lavoratori dovrebbero avere facile accesso a informazioni complete (…) sulla tutela garantita dal salario minimo prevista da contratti collettivi universalmente applicabili per garantire la trasparenza e la prevedibilità per quanto riguarda le loro condizioni di lavoro. Il CNEL si candida come sede idonea a garantire una piena implementazione della direttiva, là dove dispone che gli Stati membri provvedono affinché le informazioni relative ai salari minimi legali e alla tutela garantita dal salario minimo prevista da contratti collettivi universalmente applicabili, comprese le informazioni sui meccanismi di ricorso, siano accessibili al pubblico in modo completo e facilmente accessibile.
- L’obbligo di trasparenza è una opportunità per ripensare in profondità la busta paga dei lavoratori che, allo stato, è un documento non di facile lettura.
In Parlamento, il 18 ottobre è stato deliberato il rinvio alla Commissione Lavoro dell’AC 1275 proprio alla luce delle proposte CNEL che non erano a disposizione nel mese di luglio.
Questo comporterà nelle prossime settimane una riapertura dell’istruttoria in Commissione per poi riapprodare in Aula Camera presumibilmente alla fine del mese di novembre.
Nel frattempo, è stata assegnata alla XI Commissione anche la proposta di legge C. 1328 Barelli (Forza Italia), recante disposizioni in materia di retribuzione equa del lavoro subordinato e agevolazione fiscale a sostegno dei lavoratori a basso reddito.
Poiché la suddetta proposta di legge verte su materia identica a quella della proposta di legge già all'ordine del giorno (AC 1275), la presidenza di Commissione ne ha disposto l'abbinamento ai sensi dell'articolo 77, comma 1, del regolamento. Pertanto, al momento siamo in attesa del calendario di Commissione.
In ALLEGATO: Salario minimo in Italia Assemblea 12_10_2023; Quadro riepilogativo CNEL Salario minimo