“E necessario un nuovo rapporto tra pubblico e privato che sia davvero all’insegna di un agire comune che si estenda dal welfare alla rigenerazione urbana, dai sostegno all’abitazione ai servizi, dall’uso del suolo alla valorizzazione delle eccelle agroalimentari, dalla viabilità al commercio, al lavoro, fino al grande capitolo della sostenibilità”.
E’ questo l’appello che Confcooperative Terre d’Emilia lancia, con un ampio documento (vedi allegato), ai candidati alla carica di Sindaco del comune di Reggio Emilia.
Un testo articolato, che si concentra – come esplicita la centrale cooperativa – sui temi attorno ai quali la cooperazione svolge un ruolo spesso decisivo per la tenuta dell’economia e del welfare, ponendo innanzitutto l’accento sul tema del lavoro e, in particolare, sulla questione della regolarità, sul valore economico e sociale del lavoro e sulla relazione con le imprese locali negli affidamenti pubblici.
“Per la cooperazione di lavoro, largamente presente in ambiti in cui i servizi sono stati terziarizzati sia da realtà private che pubbliche, sono all’ordine del giorno – evidenzia il documento - le commesse perse a causa di fenomeni di dumping contrattuale e di offerte di collaborazione che non solo sono irrispettose delle normali dinamiche d’impresa, ma appaiono, già in origine, capaci di pregiudicare il rispetto degli stessi contratti nazionali di lavoro”.
“Ai futuri amministratori – sottolinea Confcooperative Terre d’Emilia - chiediamo, conseguentemente, di farsi promotori di azioni che coinvolgano le diverse associazioni imprenditoriali e promuovano condizioni di normalità attraverso una collettiva assunzione di responsabilità rispetto alle regole fondamentali che riguardano dignità del lavoro e dignità d’impresa”.
In tema di lavoro, il secondo affondo di Confcooperative Terre d’Emilia arriva a proposito del riconoscimento del suo valore.
“Servono urgentemente – sottolinea la centrale cooperativa - revisioni dei prezzi negli appalti e negli affidamenti pubblici. Intendiamo “revisioni realistiche”, cioè che tengano conto sia dei rinnovi contrattuali che dell’aumento dei costi che le imprese sono chiamate a sostenere: materie prime, energia, sicurezza sul lavoro”.
“Vi sono aree – il welfare in primis – nelle quali il valore del lavoro riconosciuto alle imprese cooperative – spiega Confcooperative terre d’Emilia - trova elementi di depressione economica proprio a partire dalla relazione con il pubblico”; un fatto non accettabile, secondo l’organizzazione, anche alla luce del fatto che “deprimere il valore economico del lavoro significa negarne, nei fatti, anche il valore sociale”.
Ma insieme alle revisioni dei prezzi, la cooperazione chiede di più ai candidati sindaco reggiani: “nel campo dei servizi sociali ed educativi, oggi è quanto mai necessario agire secondo principi di co-programmazione e co-progettazione”, anche per affrontare questioni rilevanti e specifiche come, ad esempio, il disagio giovanile (conclamato), il disagio sociale di molti adulti (ancora sottovalutato) e un futuro in cui all’aumento del numero delle persone anziane si andrà ad associare anche una loro maggiore povertà economica, frutto di una forte precarizzazione del lavoro e di basse retribuzioni”.
In tema di lavori pubblici, poi, secondo Confcooperative è urgente rinsaldare una più forte relazione tra lavori pubblici e imprese locali, anche attraverso lo strumento degli affidamenti diretti, per assicurare lavoro e ricchezza (oltre che più agevoli controlli) che riguardano in modo diretto il territorio.
Ampio spazio, nel documento di Confcooperative Terre d’Emilia, è poi riservato ai temi dello sviluppo, con 4 specifici temi in evidenza: lo sviluppo diffuso e non concentrato (soprattutto in termini di servizi) sul capoluogo, le politiche per la casa (con una nuova complementarietà tra pubblico e cooperazione per superare la cronica emergenza abitativa sul lato affitto e l’assenza di un’offerta sull’acquisto che sia sostenibile nei prezzi), il tema della sostenibilità (con l’invito a sostenere la nascita di comunità energetiche rinnovabili che coinvolgano imprese e cittadini) e, ancora, il trasporto pubblico.
“Nonostante gli sforzi progettuali, tutti a connotazione pubblica, il trasporto pubblico – secondo Confcooperative Terre d’Emilia - mostra lacune profonde sia in termini di accessibilità nel territorio che di puntualità/efficienza e sostenibilità”.
“In questo contesto critico – conclude il documento - Confcooperative Terre d’Emilia chiede “si dia ascolto alle istanze e alle proposte delle cooperative che anche in altre realtà locali hanno ben dimostrato di essere soggetti di assoluta affidabilità e competenza”.
IN ALLEGATO IL DOCUMENTO INTEGRALE