Hanno dai 70 ai 20 di vita le otto cooperative reggiane cui Confcooperative Terre d’Emilia ha consegnato stamane, in Largo Marco Gerra, attestati di riconoscimento per la pluridecennale attività e i risultati conseguiti in questo cammino.
“Strutture – spiega il presidente della centrale cooperativa, Matteo Caramaschi – che emblematicamente rappresentano gran parte della storia del movimento cooperativo nella nostra provincia, con le esperienze più antiche nella cooperazione agricola e nel consumo e la successiva espansione nelle costruzioni e nelle aree in cui sono via via emerse vere e proprie emergenze sociali: dalla cura delle persone anziane all’inserimento al lavoro di persone che scontano fragilità e svantaggi”.
Otto, come si è detto, le cooperative cui è stato assegnato il riconoscimento, consegnato dal presidente Matteo Caramaschi e dalla responsabile del comitato territoriale di Reggio Emilia, Anna Colombini.
Cooperativa cattolica sociale Gavassa. Nata come cooperativa di consumo nel 1955, creòdapprima un bar e un negozio di generi alimentari nella piccola frazione reggiana. Dopo 43 anni modificò la sua funzione di servizio a fronte dei nuovi bisogni emergenti nella comunità locale. Fu così che si diede avvio alla costruzione di una struttura per anziani intitolata a don Luigi Messori, tra i principali sostenitori dell’iniziativa. La casa dispone di 30 posti. Hanno ritirato il premio il presidente Afro Spaggiari e il vicepresidente Celso Simonazzi
Cooperativa Agricola Sant’Ignazio. Si colloca sicuramente tra le prime esperienze della cooperazione agricola di servizio. Nata a Guastalla nel 1975, è struttura di riferimento per una quarantina di aziende agricole per la gestione in comune di macchine agricole per la lavorazione dei terreni. La gestione cooperativa consente un utilizzo ottimale dei mezzi e una dotazione di macchine altrimenti inaccessibili alle singole aziende agricole. Ha ritirato il premio il presidente Pietro Codeluppi
Società cooperativa agricola La Collina. Pluripremiata come azienda agricola d’eccellenza nelle produzioni biologiche e biodinamiche, La Collina (nata 1975 con il forte impulso di don Lorenzo Braglia) è singolare esempio di agricoltura che si fa inclusione, comunità e famiglia al tempo stesso, in un cammino sempre connotato dall’accoglienza di persone con dipendenze. La sua originale storia è stata oggetto di un importante docu-film del regista Alessandro Scillitani. Ha ritirato il premio il vicepresidente (e storico fondatore) Enea Burani
Scuola Edile Reggio Emilia. Nata dalla fusione di due cinquantenari enti bilaterali impegnati nella formazione nel settore delle costruzioni, è punto di riferimento comune a tutte le associazioni imprenditoriali e alle organizzazioni sindacali del comparto. Eroga servizi formativi qualificati e ad alta specializzazione per i lavoratori, con un impegno particolarmente rilevante riservato alla cultura della sicurezza. Ha ritirato il premio la direttrice Rita Prati
La Vigna. Nata quarant’anni fa, è una delle cooperative sociali reggiane più impegnate nell’inclusione lavorativa di persone che scontano svantaggi nell’accesso al mondo del lavoro, che oggi rappresentano oltre il 40% sul totale degli occupati. E’ particolarmente impegnata nella gestione di servizi di igiene ambientale e, attraverso la controllata “Meridiano 361”, nel commercio equo e solidale, con rapporti che riguardano una quindicina di Paesi esteri. Hanno ritirato il premio il presidente Luca Dosi e il vicepresidente Luca Bolognesi
Nuovo Raccolto. In trent’anni di attività, la cooperativa sociale ha favorito l’inserimento al lavoro di oltre 400 persone in difficoltà, svantaggiate e/o con disabilità. Cuore pulsante nella Val d’Enza, ma presente anche in altre aree del Territorio, Nuovo Raccolto svolge in massima parte servizi ambientali, ma recentemente ha attivato anche un servizio di recupero bancali e la gestione di un centro estetico per il lavoro di figure femminili. Ha ritirato il premio la presidente Claudia Medici
Hesed. Da vent’anni la cooperativa sociale è particolarmente vicina alla riabilitazione di uomini e donne, giovani o adulti con sofferenza psichiatrica. Le attività sviluppate (l’assemblaggio, tra queste) offrono pertanto percorsi di inserimento mirati. Con il laboratorio “A-Mano” valorizza inoltre le risorse creative di ragazzi e adulti e, con il progetto “Ricucio la mia vita”, unisce l’attività tessile e creativa all’inserimento lavorativo e sociale di donne in difficoltà. Ha ritirato il premio il socio volontario Lucio Pederzoli
San Michele Arcangelo. Vent’anni di attività come cooperativa sociale, ma una storia ben più lunga (iniziata nel 1967 con mons. Orlando Rigattieri) come realtà comunitaria impegnata a sostegno degli anziani e, oggi, come realtà in cui si integrano, in una dimensione di famiglia, la casaprotetta e due scuole materne. Un progetto nato da don Gianni Manfredini (nominato parroco nel 2000) e da un impegno parrocchiale diffuso, con l’opera di tanti volontari. Ha ritirato il premio il presidente Gianni Corradini