La Collina di Reggio Emilia e Coopattiva di Modena figurano tra le vincitrici del premio istituito da Confcooperative per valorizzare l’impegno delle realtà aderenti in materia di sviluppo sostenibile.
La premiazione è avvenuta a Roma nell’ambito della V Giornata della Sostenibilità Cooperativa.
Della cooperativa agricola La Collina, che ha celebrato poche settimane fa il 50° di fondazione, la motivazione del prermio sottolinea che “ crede nell'agricoltura biodinamica a salvaguardia dell'ambiente e per il benessere dell'uomo. Questo modo di lavorare la terra considera la fertilità del suolo, la biodiversità e l'ambiente beni comuni da restituire con un valore aggiunto alle generazioni future. Ne rispetta quindi i limiti nella produzione, mantenendo però un'economia efficiente e garantendo ottime risposte dal punto di vista agronomico e della qualità dei prodotti ottenuti”.
Di Coopattiva di Modena si sottolinea che “è una cooperativa sociale fondata nel 1984 con l'obiettivo di promuovere il riconoscimento e la cura di ogni persona attraverso il lavoro, coinvolgendo i territori e rivolgendosi alle imprese. Dai servizi di digitalizzazione, passando per l'agricoltura sociale, per arrivare ai laboratori in carcere, tanti gli ambiti di interesse per potenziare l'inclusione lavorativa dei più fragili e la responsabilità sociale”.
Aprendo la manifestazione, il presidente nazionale di Confcooperative, Maurizio Gardini, ha ricordato che le cooperative aderenti all’organizzazione hanno investito, negli ultimi 12 mesi, oltre 2 miliardi di euro, con una crescita del 6,3% rispetto all’anno precedente, in progetti che integrano sostenibilità economica, sociale e ambientale.
«La burocrazia, però – ha detto Gardini – rischia di frenare questa naturale propensione. Una zavorra che costa alle nostre imprese 460 milioni di euro, 1/4 delle risorse investite, il 28% in più in un solo anno. È come tirare il freno a mano mentre si accelera verso il futuro. Per questo 4 cooperatori su 10 chiedono norme più snelle».
«Quelli in sostenibilità non sono costi ma investimenti – puntualizza Gardini – che rafforzano la competitività delle nostre imprese coniugando rispetto per l’ambiente, promozione sociale e performance economiche. Un dato su tutti: l'88,4% delle nostre cooperative, il 4% in più rispetto all’anno scorso, ha scelto di puntare su risparmio energetico, materiali a basso impatto e formazione».
 
Ma in cosa investono le cooperative? 1) Il 46,9% ha puntato su risparmio energetico e riduzione dei consumi; 2) il 28,8% ha attivato percorsi formativi e informativi interni; il 26,7% ha investito in materiali a basso impatto ambientale; 3) il 20,2% ha promosso l’eco-innovazione e tecnologie green; 4) il 17% ha avviato progetti di riciclo e riuso dei materiali.
Non mancano le difficoltà. Il 40,4% dei cooperatori segnala come principale ostacolo la burocrazia e la complessità normativa  (in aumento rispetto all’anno precedente), mentre il 33,7% evidenzia l’elevato costo delle iniziative. Il 25,1% lamenta l’assenza di un budget dedicato, il 15,9% la carenza di competenze specialistiche, e il 2,4% altri fattori come costi crescenti, scarsi ritorni economici o ideologici. Solo il 18,1% non rileva ostacoli significativi.
La percezione dell’impatto delle iniziative sostenibili resta polarizzata. Il 38,8% dei cooperatori ritiene che la sostenibilità sia una reale opportunità solo se accompagnata da adeguati strumenti di supporto pubblico (quota in netto aumento rispetto all’anno precedente). Il 30,2% continua a percepire gli investimenti come un aggravio economico, mentre solo il 29,4% li considera un vantaggio competitivo e il 20,8% intravede potenziali risparmi futuri su energia e materiali.
Quanto emerge dal focus, dimostra che le 16.000 imprese aderenti a Confcooperative ritengono necessario un quadro normativo più snello e politiche di sostegno concrete, affinché possano continuare a essere protagoniste della transizione ecologica e sociale del Paese.