Il tessuto produttivo emiliano continua a dimostrare che la sostenibilità ha mille declinazioni possibili e molte di esse trovano espressione nella cooperazione. Una conferma esplicita è venuta dalla seconda edizione del Premio Emilia Sostenibile, promosso da UCID Bologna insieme a Confcooperative Terre d’Emilia, Confindustria Emilia Area Centro e Bologna Business School, con la direzione tecnica di NeXt Economia. Le realtà aderenti a Confcooperative Terre d’Emilia, che tra Bologna, Modena e Reggio Emilia hanno partecipato al contest sono state capaci di rendere evidente la specificità della cooperazione nel pensare lo sviluppo e l’innovazione. Una di queste realtà – La Piccola Carovana di Crevalcore (BO) – ha trionfato, guadagnandosi il primo premio, in competizione con ben 30 imprese d’eccellenza, ammesse alla competizione. Tutte però sono state protagoniste, intrecciando dimensione economica, sociale e ambientale e dimostrando che fare impresa significa anche farsi interrogare dai bisogni della comunità e dalle sfide del proprio tempo.
Di seguito pubblichiamo una sintesi dei profili e dei progetti presentati dalle cooperative aderenti a Confcooperative Terre d’Emilia
 
La Piccola Carovana – Non esistono rifiuti, solo risorse
La Piccola Carovana, cooperativa sociale, si è aggiudicata il Premio (ritirato dalla presidente Clara Preti) per l’Innovazione di Processo con un progetto pionieristico: un impianto – il primo in Italia – per la preparazione al riutilizzo di materiali che si trasformano da rifiuti a risorse. Realizzato in partnership con Geovest, l’impianto consente di selezionare, pulire, smontare e riparare beni scartati — biciclette, mobili, giocattoli, utensili, attrezzature sportive — per rimetterli in circolo, riducendo sprechi e emissioni. L’innovazione non è solo tecnologica, ma soprattutto umana e sociale: il progetto integra un Centro Socio-Occupazionale che coinvolge persone con disabilità e fragilità, protagoniste del processo di recupero, attraverso gli inserimenti lavorativi a cui la coop sociale è dedita. Un modello che unisce economia circolare e inclusione sociale, restituendo valore ai beni e dignità al lavoro.
 
Spatolata Srl Impresa Sociale – L’inclusione ha un gusto migliore
Nel cuore dell’Emilia nasce un gelato che sa di futuro. Con il progetto “Un gelato inclusivo”, la cooperativa Spatolata Srl Impresa Sociale ha introdotto una nuova macchina combinata — pastorizzatore e mantecatore in un unico sistema — progettata per essere accessibile anche a operatori in sedia a rotelle. Un investimento che unisce tecnologia e sensibilità sociale: l’ampliamento della capacità produttiva si accompagna alla creazione di nuove opportunità lavorative per giovani con disabilità, sia nel laboratorio che nel nuovo food truck gelateria che porta il prodotto e la sua storia nelle piazze e nei festival. Un esempio di inclusione dolce, in cui l’autonomia e le competenze si costruiscono, un cono alla volta.
 
L’Ovile – Il lavoro come percorso di rinascita
Per la cooperativa sociale L’Ovile, l’inclusione non è un risultato ma un processo. La realtà reggiana ha messo a punto un articolato sistema di inserimento lavorativo per persone svantaggiate, basato su un modello che intreccia analisi psicologica, accompagnamento personalizzato e collaborazione tra servizi pubblici, cooperative e imprese. Ogni percorso parte da una mappa delle competenze residue e delle potenzialità del beneficiario, per costruire un progetto che non si limiti all’occupazione, ma promuova benessere, autonomia e relazioni. L’obiettivo è chiaro: trasformare il lavoro da mero mezzo di reddito a strumento di crescita e partecipazione attiva, restituendo dignità e futuro, perché la fragilità non è altro che il punto da cui ripartire.
 
La Fraternità – AND Circular: un nuovo giorno per persone e abiti
Dare nuova vita agli abiti… e anche alle persone. Nasce da questa idea, semplice e ambiziosa, il progetto AND Circular, progetto della cooperativa sociale La Fraternità, dove AND significa A New Day. L’iniziativa promuove un percorso circolare in cui un vestito, partendo dall’armadio di casa, viene recuperato, selezionato, igienizzato e rimesso in vendita a prezzi accessibili, riducendo gli sprechi e l’impatto ambientale della moda.
Ma al centro restano sempre le persone: il progetto offre formazione e occupazione a soggetti in situazione di fragilità, creando una filiera sostenibile che genera valore economico e sociale.
“Un nuovo giorno per le cose e un nuovo giorno per le persone” non è solo un claim: è una filosofia che unisce lavoro, dignità e cura del pianeta.
 
L’Operosa – Pulizie a emissioni zero
Misurare per migliorare: è la filosofia de L’Operosa, cooperativa che ha scelto di quantificare in modo scientifico le emissioni generate dai propri servizi di pulizia. Dopo oltre un anno di studi, condotti insieme al Politecnico di Milano e presentati anche alla Commissione Europea, L’Operosa ha definito un modello replicabile per valutare l’impatto climatico dei propri servizi, calcolando — per esempio — che la pulizia di un metro quadrato comporta circa 1,5 kg di CO₂ equivalente. Ora la sperimentazione si estende all’Ospedale Domus Nova di Ravenna, per consolidare un metodo che trasforma la sostenibilità in strumento competitivo e di trasparenza. Un progetto che dimostra come anche nei servizi più quotidiani si possa agire per un’economia misurabile, consapevole e a basse emissioni.
 
Conapi – Approved by CONAPI Bees: l’impresa tutela la biodiversità
La sostenibilità, per Conapi – Consorzio Nazionale Apicoltori, è una promessa fatta alla natura e mantenuta ogni giorno. Con il disciplinare “Approved by CONAPI Bees”, il consorzio ha creato un sistema di certificazione ambientale che guida le imprese verso pratiche rispettose dell’ecosistema, della biodiversità e degli insetti impollinatori. Il protocollo, verificato da un ente terzo (CCPB), valorizza le aziende che adottano azioni concrete per proteggere le aree verdi, installare alveari, educare le comunità locali e promuovere il miglioramento continuo. Un marchio che racconta un impegno reale: salvaguardare le api, bioindicatori della salute ambientale, e con loro il futuro di tutti noi.
 
La cooperazione? Motore di innovazione civile
“Le cooperative hanno un proprio modo di fare impresa sostenibile – tiene a sottolineare Daniele Ravaglia, vicepresidente di Confcooperative Terre d’Emilia – che si declina in pratiche che precedono di gran lunga le normative europee. Ciò è tanto più vero nel territorio emiliano, dove si radica una tradizione cooperativa di lunga data e altissima qualità, come dimostrano i progetti che hanno partecipato al contest. Oggi la sfida è comune a tutti gli imprenditori: costruire una competizione al rialzo, dove il successo non si misura solo in numeri, ma nel valore sociale generato. Per questo, voglio ringraziare di cuore tutte le cooperative aderenti che hanno voluto partecipare a questo premio e scambiare con il territorio e con le altre imprese partecipanti le proprie pratiche virtuose di sostenibilità”.