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PREMIO EMILIA SOSTENIBILE, 11 PROGETTI DALLE COOPERATIVE

Sul podio la Cooperativa Edile Appennino con l'asfalto riciclato

martedì 12 novembre 2024

E' stata la cooperativa CEA (Cooperativa Edile Appennino) ad aggiudicarsi, nella categoria sostenibilità di prodotto, il Premio Emilia Sostenibile, promosso da Ucid Bologna (Unione cristiana imprenditori e dirigenti), in partnership con Confcooperative Terre d’Emilia, Confindustria Emilia Area Centro e Bologna Business School e con il sostegno di Emil Banca e Coprob Italia Zuccheri, main sponsor del contest.

All'importante concorso hanno partecipato, oltre alla cooperativa presieduta da Marco Marchi (a destra nella foto, insieme al direttore Fabrizio Salomoni), altre 10 cooperative aderenti a Confcooperative Terre d'Emilia.

Di seguito riportiamo, a partire dalla CEA, una sintesi dei progetti presentati.

 

CEA (Cooperativa Edile Appennino) – L’asfalto diventa riciclabile

Conglomerato bituminoso. È il nome tecnico dell’asfalto e di certo non suona come un prodotto green. Quale migliore dimostrazione che la transizione ecologica è possibile che trasformare l’asfalto in un prodotto sostenibile e riciclabile? È la sfida raccolta dalla CEA, che si è aggiudicata il primo premio nell’ambito di Emilia Sostenibile, in competizione con 55 imprese tra Bologna, Modena, Reggio Emilia e Ferrara. Il processo di recupero del conglomerato bituminoso si articola in più fasi per trasformare i residui stradali in materiale riutilizzabile, contribuendo all’economia circolare. “Abbiamo deciso di adottare un’ottica di ‘cantiere a scarto zero’, che si realizza attraverso esperienze di innovazione, come l’asfalto 100% riciclato, sulle quali investiamo risorse, competenze ed energie. Oggi, a seguito di una lunga sperimentazione, tutti gli asfalti che realizziamo possono essere completamente riciclabili” spiega Marco Marchi, presidente di CEA.

 

L’Operosa – GREEN, si abbassa l’impatto ambientale delle pulizie

Un protocollo green per fare le pulizie in modo innovativo e a basso impatto ambientale: è il progetto messo a punto da L’Operosa, grande cooperativa specializzata in facility management e attiva in Italia e in Europa. Il protocollo, denominato GREEN, è stato sperimentato e applicato in uno dei templi dell’innovazione italiana: il Politecnico di Milano. L’adozione di prodotti e attrezzature a basso impatto ambientale, come detergenti certificati Ecolabel e l'utilizzo di tecnologie avanzate per la riduzione dei consumi energetici hanno determinato una significativa riduzione dell'impronta di carbonio, con un abbattimento di 311 kg di CO2 all'anno per l'intero cantiere pilota, garantendo un'efficace riduzione delle cariche batteriche, mantenendole ben al di sotto dei livelli critici di riferimento.

 

CIRFOOD - Piatti completamente vegetali

CIRFOOD Evergreen è un progetto che prevede l’implementazione, all’interno dei menu per la ristorazione aziendale, di 18 piatti completamente vegetali (Plant Based), studiati in collaborazione con l’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.

Un’alternativa sana, gustosa e sostenibile che prevede l’utilizzo di materie prime locali, vegetali e stagionali, rispondendo alle richieste di chi predilige una dieta priva di ingredienti di origine animale e ponendosi l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2, per proseguire l’impegno comune a favore della sostenibilità ambientale.

CIRFOOD Evergreen risponde alla richiesta di realtà aziendali che vogliono dare riscontro alla crescente domanda di piatti plant based e che, in una società sempre più multiculturale, vogliono dare risposta alle crescenti esigenze etico-religiose in materia di alimentazione, evitando il ricorso a piatti alternativi alle pietanze principali, nell’ottica di massima inclusione.

 

Coop Sociale Mediando – Il medi-educatore: competenze per risolvere i conflitti

Una nuova figura professionale che si assume la responsabilità di mediatore nei conflitti sociali: è il medi-educatore e la cooperativa sociale Mediando ne propone l’introduzione nelle situazioni di conflitto che riguardano da vicino il mondo giovanile. Quali sono le skills? Capacità di ascolto e vicinanza ai giovani, in un contesto che mette in rete professionisti e servizi per i più giovani. È il cambio di paradigma - dal giovane che viene invitato a rivolgersi al professionista, al professionista che è disponibile nei luoghi frequentati dai ragazzi – che rende il progetto sperimentale e innovativo.

 

L’Ovile – L’inserimento lavorativo che parte dalla persona

Il lavoro ha una straordinaria capacità di costruire comunità e lo sanno alla coop sociale l’Ovile dove cooperatrici e cooperatori si occupano di inserire al lavoro persone svantaggiate e di farlo con uno sguardo capace di soppesare le possibilità e le preferenze di ognuno. Il processo include selezione, affiancamento e un’indagine approfondita su aree psico-fisiche, psico-sociali e attitudinali, creando così percorsi individualizzati e sostenuti da un monitoraggio continuo. L'inserimento si sviluppa in settori specifici: assemblaggio e confezionamento industriale, pulizie e servizi ambientali e pulizie industriali.

 

Eorté – Dal carcere al lavoro: una questione di riscatto personale

Problema non secondario del nostro sistema penale è quello della recidiva: il rischio di ricadere nell’errore che ha portato al carcere. E proprio dalle Carceri di Modena parte di progetto della cooperativa sociale Eorté, che impiega personale detenuto in un laboratorio per la produzione di pasta

fresca e altri prodotti alimentari artigianali. Oltre a formare il personale detenuto dalla A alla Z (sicurezza sul lavoro, Haccp, packaging alimentare), i beneficiari al termine del tirocinio formativo, sempre remunerato, vengono poi assunti come operatori della ristorazione all'interno dello stesso laboratorio. Le competenze acquisite durante il lavoro dentro il carcere saranno strumento di riscatto personale una volta scontata la pena.

 

La Vigna – Digital Lab: quando la tecnologia unisce innovazione e inclusione

Il digitale è nato per unire, ma finisce per dividere? Secondo la cooperativa sociale La Vigna questo non è un destino, anzi ci sono importanti possibilità di coniugare efficienza e inclusione proprio attraverso le tecnologie digitali. Per questo è stato attivato un laboratorio digitale (Digital Lab) che, da una parte, favorisce l’inclusione lavorativa di persone disabili attraverso l’acquisizione di competenze e l’inserimento nel mercato del lavoro, e, dall’altra, offre un’attività di dematerializzazione di archivi cartacei ad aziende private, sviluppando un modello di welfare mix attraverso la collaborazione tra profit e non profit allo scopo di ampliare la gamma di opportunità inclusive per le persone fragili del territorio reggiano. Il Digital Lab si trova nella nuova sede della cooperativa e, a progetto ultimato, si comporrà di 8 work stations dotate di arredi, attrezzature hardware e software da utilizzare per attività di dematerializzazione di diversa complessità.

 

2A Social – Articolo 22? Un moltiplicatore di valore sociale

2A Social sperimenta un nuovo paradigma per l’utilizzo dell’articolo 22 (legge regionale 17/2005). La premessa: le aziende sono chiamate a impiegare, direttamente o attraverso una cooperativa sociale, personale appartenente a categorie protette: persone disabili, fragili, con riconosciute difficoltà a integrarsi nel mondo del lavoro. Non è detto però che le attività svolte debbano realizzarsi a vantaggio dell’azienda. Con un po’ di creatività, è possibile moltiplicare il valore sociale, adibendo il personale svantaggiato a servizi di pubblica utilità, come nel caso di Biolchim, che grazie a 2A Social, che ha assunto allo scopo una persona svantaggiata, ha avviato il servizio di manutenzione e cura del verde pubblico in un giardino di Medicina (Bo), sollevando dalle spese l’amministrazione comunale. Morale? Vincono tutti: la persona con svantaggio che trova lavoro, l’azienda che pratica la responsabilità sociale, assolvendo ad un obbligo di legge, la comunità e l’amministrazione locale, sollevate di oneri economici.

 

Onyva – Autonomia vuol dire superare il divario digitale

Il Digital divide. È il divario che si crea a partire dalle tecnologie digitali: non saperle usare genera nuovi rischi di esclusione in un tempo in un cui sempre di più tutto parte da un clic: controllare il conto in banca, richiedere una consegna, accreditarsi per una pratica burocratica. Per questo Digitarells, offerto in collaborazione con le istituzioni nel territorio modenese dalla cooperativa sociale Onyva, ha come principale obiettivo lo sviluppo dell’autonomia nell’uso delle tecnologie digitali per tutti i cittadini, allo scopo di favorire la diffusione verso le fasce sociali meno abituate all’utilizzo delle tecnologie di competenze di base sull’uso dei servizi offerti dalla rete, con particolare attenzione al tema della sicurezza digitale.

 

Coop sociale Lo scoiattolo – A Lama di Reno arriva l’animatore di prossimità

Il progetto Proxima, promosso dalla cooperativa sociale Lo Scoiattolo a Lama di Reno (Bo), ha obiettivi ambiziosi, al centro dei quali ci sono le persone anziane, che troppo spesso oggi rischiano di non avere un posto nella comunità. Forte di una variegata rete di partner e soggetti, pubblici e privati, locali e non, promuoverà e animerà una rete di prossimità per rigenerare il tessuto sociale, culturale ed economico, a partire dai più anziani. Al centro della proposta c’è il lavoro di una figura innovativa, l’animatore di prossimità, che sarà formato attraverso un percorso di formazione-azione a raccogliere i bisogni emergenti della comunità. Una piattaforma digitale, che i più anziani saranno accompagnati ad utilizzare, renderà tutto questo ancora più… prossimo.

 

Coopattiva – 2030: l’azienda si organizza intorno alla sostenibilità

Tra i turning point dei prossimi anni, ha un posto primario il 2030: anno a cui guardano le agende politiche nazionali ed europee, a partire dagli Accordi di Parigi e dall’Agenda (2030, appunto) dell’Onu. La cooperativa sociale Coopattiva non intende farsi cogliere impreparata e per questo ha proceduto ad una riorganizzazione strategica delle azioni sulla sostenibilità. Il piano al 2030 è organizzato per pilastri: Persone, Sostenibilità, Clienti, Risultati Economici. Ciascuno di essi contiene azioni e progetti specifici. Ad ogni azione è stato assegnato un referente interno, un gruppo di lavoro, un budget e un orizzonte temporale. Ciascun referente, con il proprio team, dovrà sviluppare le azioni connesse agli obiettivi individuati e sarà responsabile del progetto nel rispetto dei tempi e del budget definiti. La pianificazione delle azioni sarà il più possibile inclusiva, ampliando il numero dei referenti e valorizzando le singole competenze.

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