Un nuovo e importante riconoscimento per AgriconCura, cooperativa sociale agricola con sede ad Argelato (Bo), che ha ricevuto il Premio “Poeta Sociale per il Bene Comune 2025” nell’ambito della rassegna Poeti Sociali, promossa dalla Fondazione Toniolo della Diocesi di Verona, con il patrocinio del Comune di Verona e il sostegno di Fondazione Cattolica e Generali Italia.
A ritirare il premio, la presidente Clara Berti, che ha scelto di condividere questo momento con tutta la cooperativa: «Ogni passo che abbiamo compiuto è frutto di un cammino comune – ha raccontato – per questo abbiamo voluto trasformare la premiazione in una piccola gita in stile AgriconCura: risate, condivisione e tanta emozione».
Un riconoscimento al valore sociale del lavoro cooperativo
Le motivazioni del premio, consegnato dal dott. Tommaso Ceccon, Chief Property & Casualty Officer di Generali Italia, raccontano con chiarezza la missione della cooperativa:
“Per aver unito competenze scientifiche e impresa sociale in un progetto agricolo che genera inclusione, occupabilità e servizi utili al territorio. Ha costruito contesti di lavoro e di cura in cui la fragilità diventa risorsa, con attività quotidiane strutturate e relazioni significative. Il percorso offre a persone vulnerabili strumenti concreti che rendono possibile un’autonomia reale.”
Durante la cerimonia, è stato proiettato un video che ha raccontato il lavoro quotidiano di AgriconCura, con la presenza in sala dei ragazzi e delle ragazze che ogni giorno ne sono protagonisti. Momenti di grande emozione, che hanno reso evidente come dietro a ogni progetto ci sia un intreccio di storie, competenze e umanità condivisa.
I “Poeti sociali”: costruttori di speranza
Il festival Poeti Sociali nasce nel 2024 dopo la visita di Papa Francesco a Verona per l’Arena di Pace, e riprende un appellativo coniato proprio dal Pontefice. “Cari poeti sociali…”, aveva detto nel 2021 rivolgendosi ai movimenti popolari, definendo così le persone capaci di generare speranza, portare luce nel buio dei malesseri, costruire pace e inclusione.
Essere “poeti sociali” significa, dunque, dare forma concreta a un mondo più umano, solidale e accogliente. È questo lo spirito che anima AgriconCura, dove – come racconta Clara Berti – «il coraggio di accogliere la sofferenza si trasforma in cura, bellezza e desiderio di libertà, che diventa cura della libertà degli altri». E questa magica alchimia sembra accadere in modo molto creativo: “siamo una fattoria sociale agricola – spiega la presidente – le attività che svolgiamo sono svariate, oltre a quelle puramente agricole: dall’apicoltura alla fattoria didattica, che apriamo alle scuole e in cui si tiene il centro estivo, dal mulino per le attività di trasformazione dei cereali all’agriturismo fino ai laboratori di pasta fresca e biscotteria, funzionali anche all’attività di catering. Il tutto accogliendo in azienda persone con fragilità, attraverso gli inserimenti lavorativi, in convenzione ex art. 22”.
“AgriconCura dimostra come la creatività della cooperazione sappia esprimersi in ambiti diversi e generare valore in tante dimensioni, portando in ognuna la stessa umanità. Credo che la ‘poesia’ della cooperazione stia proprio qui: nel rileggere le fragilità come opportunità” commenta Daniele Ravaglia, vicepresidente di Confcooperative Terre d’Emilia e referente per l’area metropolitana di Bologna
Una rassegna che mette al centro il Bene Comune
Il Premio Poeta Sociale per il Bene Comune, giunto alla sua seconda edizione, nasce per dare voce e volto alle storie di Bene che Fondazione Cattolica accompagna da quasi vent’anni in tutta Italia. L’obiettivo è riconoscere l’impegno silenzioso di chi genera speranza attraverso opere concrete e virtuose, capaci di ispirare e di costruire coesione sociale.